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Le lettere fra Rosario Labadessa e Tullio Botteri, due quadri dirigenti del cooperativismo fascista, rappresentano dei flash che illuminano e fotografano situazioni e momenti diversi della loro vicenda umana e politica, negli anni dalla caduta del regime fino all'avvento del nuovo sistema politico, e rendono palpabile la ricaduta di eventi drammatici sul loro stato d'animo e sull'orientamento delle loro scelte. Labadessa e Botteri sono rappresentanti emblematici di quel personale politico con i trascorsi in camicia nera che, potendo contare sulle proprie competenze e professionalità, è, nella stagione della ricostruzione postbellica, recuperato e valorizzato dai partiti e dalle organizzazioni dell'antifascismo, e reinserito nella vita della giovane repubblica.